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Screening cervicale

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2012

  • I numeri del cancro in Italia 2012. In Italia, tra le persone colpite da tumore, la sopravvivenza a 5 anni è dell’87% per la neoplasia al seno, del 58% per il tumore colorettale (negli uomini, mentre nelle donne è il 57%), dell'88% per la prostata e per il polmone del 12% tra gli uomini e del 16% tra le donne. Sono alcuni dei dati presenti nel rapporto “I numeri del cancro in Italia 2012” redatto da Aiom e Airtum in collaborazione con il Ccm del ministero della Salute.

  • Emilia-Romagna. Protocollo diagnostico-terapeutico dello screening per la prevenzione dei tumori della cervice uterina (pdf 1,8 Mb). IV edizione, novembre 2012. Questo documento aggiorna il protocollo del 2008 con le nuove evidenze scientifiche disponibili.

  • Pap test con lettura computer-assistita per lo screening del cervicocarcinoma” Epidemiol Prev 2012; 36 (5) suppl 2:1-33. Rapporto Hta di valutazione d’impatto dell’introduzione della strumentazione di lettura automatica in un servizio di screening. 

  • Uso della citologia in fase liquida nello screening dei precursori del cancro del collo uterino” (pdf 1,2 Mb) Epidemiol Prev 2012; 36 (5) suppl 3:1-43: questo rapporto di Health technology assessment, pubblicato su E&P, valuta l’impatto dell’introduzione della citologia in fase liquida nello screening cervicale in termini di efficacia, effetti collaterali, costi e implicazioni organizzative: è lo scopo del rapporto 

  • Am J Clin Pathol. 2012 Jul;138(1):65-71. Hpv testing is an efficient management choice for women with inadequate liquid-based cytology in cervical cancer screening Giorgi Rossi P, Carozzi F, Collina G, Confortini M, Dalla Palma P, De Lillo M, Del Mistro A, Ghiringhello B, Gillio-Tos A, Maioli P, Pellegrini A, Schiboni ML, Segnan N, Zaffina LM, Zorzi M, Ronco G; Ntcc Working Group.
    Il commento di Anna Iossa (Gisci). Questo studio, pubblicato nel 2012, riporta l’analisi dei risultati di uno dei maggiori studi condotti nel mondo sull’introduzione del Test Hpv nello screening della cervice uterina, il New Technology in Cervical Cancer (Ntcc) Trial. Lo studio mette a confronto due diverse strategie di gestione delle donne con Pap test inadeguato. Il tasso di prelievi inadeguati rappresenta ancora un problema rilevante per alcune realtà italiane, è quindi rilevante individuare una strategia efficace per la gestione delle donne con citologia inadeguata. Obiettivo dello studio era valutare se un triage con test Hpv delle donne con Pap test insoddisfacente potesse essere una strategia migliore dell’invio immediato a ripetizione citologica. Nello studio, la gestione delle donne con Pap test inadeguato del gruppo sperimentale era diversificata in funzione dell’età. Le donne 35-60 anni con Pap test inadeguato e test Hpv positivo erano inviate direttamente in colposcopia mentre quelle con test Hpv negativo erano invitate a ripetere la citologia. Le donne 25-34 anni invece erano invitate a ripetere il Pap test indipendentemente dal risultato del test Hpv, ed erano inviate in colposcopia solo nel caso di un secondo Pap test inadeguato o anormale. Vista l’elevata prevalenza di donne Hpv positive nella fascia 25-34 anni era necessario escludere una possibile sovradiagnosi conseguente al triage e lo studio lo ha fatto dimostrando che la positività del test Hpv non differiva in modo statisticamente significativo fra le donne con citologia inadeguata appartenenti alla fascia 25-34 anni e quelle appartenenti alla fascia 35-60 anni. Lo studio dimostra inoltre che non esiste una differenza statisticamente significativa, nelle giovani donne, fra il tasso di invio in colposcopia dopo triage con test Hpv e quello dopo ripetizione citologica e dimostra inoltre una bassa adesione delle donne alla ripetizione citologica. L’analisi dei risultati del braccio sperimentale dell’Ntcc trial ha dimostrato quindi che effettuare un triage con test Hpv nelle donne con Pap test (Lbc) non valutabile è una strategia più efficace della ripetizione citologica, non genera sovra diagnosi e può quindi essere adottata dai programmi di screening che utilizzano l’allestimento in strato sottile dei Pap test.I numeri del cancro in Italia 2012. In Italia, tra le persone colpite da tumore, la sopravvivenza a 5 anni è dell’87% per la neoplasia al seno, del 58% per il tumore colorettale (negli uomini, mentre nelle donne è il 57%), dell'88% per la prostata e per il polmone del 12% tra gli uomini e del 16% tra le donne. Sono alcuni dei dati presenti nel rapporto “I numeri del cancro in Italia 2012” redatto da Aiom e Airtum in collaborazione con il Ccm del ministero della Salute.

  • Rassegna delle migliori linee guida sugli screening oncologici. Il lavoro, realizzato nell’ambito del Piano nazionale screening, rappresenta uno strumento aggiornato e metodologicamente affidabile attraverso cui orientare il personale impiegato nell’organizzazione dei programmi di screening. Tra gli obiettivi di questo progetto: la ricerca sistematica delle migliori linee guida pubblicate, l’analisi della loro qualità e la presentazione dei risultati della valutazione comparata.

  • Rapporto Passi: screening cervicale. Nel periodo 2008-2011, il sistema di sorveglianza Passi rileva che 3 donne su 4, di età compresa tra i 25 e i 64 anni, si sottopongono a un test di screening preventivo del tumore della cervice uterina nei tempi raccomandati. Nello screening cervicale la quota di adesione spontanea è rilevante e paragonabile a quella di chi aderisce ai programmi di screening organizzati dalle Asl.

  • Metodi per aumentare la partecipazione ai programmi di screening oncologici, a cura di Paolo Giorgi Rossi, Laura Camilloni, Carla Cogo, Antonio Federici, Eliana Ferroni, Giacomo Furnari, Livia Giordano, Grazia Grazzini, Anna Iossa, Beatriz Jimenez, Mauro Palazzi, Fabio Palazzo, Teresa Spadea, Carlo Senore, Piero Borgia, Gabriella Guasticchi. Epidemiol Prev 2012; 36 (1) genn-febb: uno dei fattori che maggiormente influenza l’efficacia dei programmi di screening oncologici nel ridurre la mortalità e/o la morbosità per tumore è la partecipazione della popolazione. Infatti è necessario raggiungere alti tassi di partecipazione per ottenere un significativo impatto sulla salute della popolazione coinvolta. Questo obiettivo deve essere raggiunto favorendo una partecipazione informata dell’individuo che, prima di aderire, deve essere messo a conoscenza dei benefici, dei limiti e degli svantaggi del programma di screening. Questa revisione sistematica ha sintetizzato le evidenze scientifiche sui metodi per aumentare la partecipazione agli screening per il cancro di cervice uterina, mammella e colon retto. Il lavoro ha individuato diversi interventi che si sono dimostrati efficaci in tutti i contesti, alcuni dei quali con minimo impatto economico e organizzativo.

  • Health technology assessment - Ricerca del Dna di papillomavirus umano (Hpv) come test primario per lo screening dei precursori del cancro del collo uterino Epidemiol Prev 2012; 36 (3-4) suppl 1: i dati presenti nel rapporto sono il risultato sia di un lavoro di revisione sistematica della letteratura esistente sulla valutazione di efficacia ed effetti indesiderati del test Hpv, sia dell’analisi dei dati italiani disponibili su costi, impatto organizzativo e impatto sociale correlati all’utilizzo di un programma di screening fondato sull’uso del test Hpv. Per maggiori informazioni, leggi l’editoriale di Silvia Franceschi (International agency for reasearch on cancer, Iarc) “In Italia lo screening del cancro del collo dell’utero è a una svolta” e consulta il comunicato stampa “Addio Pap test, benvenuto Hpv?”. 

2011

  • Confronto survey Ons e Passi (pdf 10 Mb): Scopo del lavoro, presentato alla XII Conferenza nazionale di sanità pubblica nell’ottobre 2011, è confrontare le stime di copertura degli esami di screening raccomandati (mammella, cervice e colon) ottenute dalla survey Ons con quelle che derivano dal sistema di sorveglianza Passi. Leggi anche il rapporto nazionale Passi 2010, dove sono disponibili i capitoli dedicati agli screening cervicalemammografico e colorettale. La pubblicazione fornisce un quadro sull’utilizzo dei test preventivi sia nel contesto che al di fuori dei programmi di screening. 
  • Rapporto nazionale Passi 2010: a cura del Sistema di sorveglianza Passi. Il sistema Passi rileva, richiedendolo direttamente alle donne, se e quando è stato effettuato il Pap test e se è stato eseguito all’interno del programma di screening organizzato dalla Asl oppure su iniziativa personale.

2010

2009

  • Documento operativo Gisci per l’applicazione nei programmi di screening del sistema Bethesda 2001 (pdf 200 kb): a cura del gruppo di lavoro Test di primo livello, sottogruppo Tbs 2001 nella refertazione citologica. Documento riepilogativo dell’utilizzo del sistema Bethesda 2001 all’interno dei programmi di screening cervicale.
  • L'Europa deve intensificare e raddoppiare i programmi di screening dei tumori: comunicato con cui la Commissione europea sottolinea la necessità di intensificare e raddoppiare i programmi di screening oncologici. Attraverso una descrizione della situazione e delle carenze constatate, la relazione contribuisce a rinnovare l'impegno di fare dello screening del cancro al seno, del cancro del collo dell'utero e del cancro colorettale una misura fondamentale e un investimento ai fini di ridurre l'influenza del cancro nell'Unione europea. Leggi la traduzione in italiano sul sito della Commissione europea.

2008

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