Copertura ai test per la prevenzione dei tumori del collo dell’utero: i risultati del sistema di sorveglianza Passi
Secondo i dati della sorveglianza Passi, in Italia nel biennio 2022-2023 il 76% delle donne 25-64enni intervistate ha dichiarato di aver eseguito un Pap test o un test dell’Hpv preventivo entro i tempi raccomandati (Figura 1).
La copertura complessiva ai test preventivi raggiunge valori elevati al Nord (83%) e al Centro (83%), mentre è più bassa al Sud (69%) (Figura 1). Maggiori variabilità si osservano, invece, a livello delle singole regioni (Figure 2 e 3). È opportuno precisare che la Lombardia non contribuisce all’indagine Passi e pertanto i dati del Nord non sono completamente rappresentativi della copertura in quella macroarea.
Passi informa sulla copertura ai test nella popolazione target, comprensiva sia della quota di esami eseguiti all’interno dei programmi di screening organizzati o di altre offerte gratuite delle Asl sia di quella effettuata al di fuori (proxy di screening spontaneo).
Nel 2022-2023 il 47% delle donne 25-64enni intervistate ha riferito di aver eseguito gratuitamente un Pap test o un test dell’Hpv preventivo entro i tempi raccomandati all’interno dei programmi di screening o di altre forme gratuite delle Asl [1], mentre il 31% al di fuori, pagando il ticket o l’intero costo.
Nello screening cervicale la quota di test effettuati al di fuori dei programmi di screening organizzati è rilevante a livello nazionale e mostra differenze significative tra le regioni (range: 17% in Emilia-Romagna e Basilicata; 49% in Campania).
[1] La stima della copertura dentro e fuori dai programmi di screening organizzati è stata effettuata mediante un indicatore proxy sull’aver pagato o meno l’esame. Per pagamento si intende sia quello relativo al costo completo dell’esame che quello del solo ticket. L’utilizzo di questo indicatore può comportare una leggera sovrastima della copertura effettuata all’interno dei programmi principalmente per tre motivi: 1) alcune donne effettuano il test gratuitamente anche al di fuori dei programmi di screening organizzati (ad esempio in base all’articolo 85 della legge 338/2000 - finanziaria 2001); 2) alcune donne non ricordano esattamente la data di esecuzione (effetto telescopico); 3) le rispondenti all’intervista effettuano probabilmente il test in percentuale maggiore rispetto alle non rispondenti. A causa di un possibile mancato ricordo sull’informazione del pagamento la somma della quota dentro e fuori dai programmi organizzati potrebbe non combaciare esattamente con la copertura totale.
Figura 1. Copertura ai test preventivi entro i tempi raccomandati. Donne 25-64enni (%). Passi 2022-2023 (25.319).
Figura 2. Copertura ai test preventivi entro i tempi raccomandati. Donne 25-64enni (%). Passi 2022-2023 (n. 25.319).
Figura 3. Copertura al test preventivo entro i tempi raccomandati. Donne 25-64enni (%). Passi 2022-2023 (n. 25.319)
Passi riesce solo parzialmente a mostrare la riduzione della copertura ai test preventivi, dovuta direttamente o indirettamente alla pandemia da Sars-CoV-2, in quanto è retrospettivo, cioè indaga, a seconda del test, gli esami effettuati nei tre o cinque anni precedenti l’intervista.
Nell’intero Paese, come in tutte tre le ripartizioni geografiche, si è interrotto il progressivo aumento registrato nel periodo 2008-2019 (Figure 4 e 5). Si sono modificate, però, le percentuali di test eseguiti all’interno dei programmi organizzati o al di fuori di essi.
Più in dettaglio, nel 2020-2023 la copertura all’interno dei programmi di screening risulta pressoché stabile, interrompendo l’aumento registrato precedentemente (Figura 4). Questa tendenza è più evidente nelle regioni del Nord e del Centro. Si ferma, inoltre, la diminuzione della quota di test eseguiti al di fuori dei programmi (Figura 4).
Figura 4. Copertura ai test preventivi all’interno o al di fuori dei programmi organizzati (%). Donne 25-64enni. Passi 2008-2023.
Figura 5. Copertura ai test preventivi per ripartizione geografica (%). Donne 25-64enni. Passi 2008-2023.
Nel biennio 2022-2023 la copertura ai test preventivi risulta più elevata tra le donne con 35-49 anni, quelle conviventi o coniugate, quelle con istruzione medio-alta, quelle senza difficoltà economiche e quelle con cittadinanza italiana o provenienti da altri Paesi a sviluppo avanzato (Psa)* (Figura 6).
Figura 6. Copertura ai test preventivi entro i tempi raccomandati per caratteristiche socio-demografiche. Donne 25-64enni (%). Passi 2022-2023.
*Italiana: donne con cittadinanza italiana o provenienti da altri Paesi a sviluppo avanzato (Psa); Straniere: donne immigrate da Paesi a forte pressione migratoria (Pfpm).
I differenziali per livello d’istruzione, difficoltà economiche riferite e cittadinanza sono più marcati nella quota di test effettuati al di fuori dei programmi di screening organizzati (Figure 7 e 8). I programmi di screening organizzati sembrano, quindi, ridurre le differenze socio-demografiche, senza annullarle completamente.
Figura 7. Copertura ai test preventivi eseguiti all'interno dei programmi di screening organizzati entro i tempi raccomandati, per caratteristiche socio-demografiche. Donne 25-64enni (%). Passi 2022-2023.
*Italiana: donne con cittadinanza italiana o provenienti da altri Paesi a sviluppo avanzato (Psa); Straniere: donne immigrate da Paesi a forte pressione migratoria (Pfpm).
Figura 8. Copertura ai test preventivi entro i tempi raccomandati eseguito al di fuori dei programmi di screening organizzati, per caratteristiche socio-demografiche. Donne 25-64enni (%). Passi 2022-2023
*Italiana: donne con cittadinanza italiana o provenienti da altri Paesi a sviluppo avanzato (Psa); Straniere: donne immigrate da Paesi a forte pressione migratoria (Pfpm).
Passi indaga anche i motivi di non esecuzione di un test preventivo per la diagnosi precoce dei tumori cervicali entro i tempi raccomandati.
Le motivazioni riferite più frequentemente sono il “penso di non averne bisogno” e la non ricezione della lettera di invito. Seguono la mancanza di tempo e la “pigrizia”, che, assieme al “penso di non averne bisogno”, potrebbero essere espressione di una bassa percezione del rischio (Figura 9).
Nelle regioni del Nord e del Centro i motivi più riportati sono la non ricezione della convocazione e l’assenza di tempo, mentre al Sud sono il “penso di non averne bisogno” e la pigrizia (Figura 10).
Figura 9. Motivi di non esecuzione di un test preventivo per la diagnosi precoce dei tumori cervicali entro i tempi raccomandati (%). Donne 50-69enni (%). Passi 2022-2023
Figura 10. Motivi di non esecuzione di un test preventivo per la diagnosi precoce dei tumori cervicali entro i tempi raccomandati per ripartizione (%). Donne 50-69enni (%). Passi 2022-2023.