Lo screening mammografico

Dati di attività dal 2018 al 2021

Nel 2021 le donne invitate sono aumentate di quasi un milione rispetto all’anno precedente, registrando un aumento del 38% e ritornando al numero di inviti del 2019 (Tabella 1). Anche l’adesione grezza si assesta intorno al 54% come negli anni pre-pandemici (2018 e 2019).
L’adesione corretta, ottenuta escludendo dal denominatore gli inviti inesitati e le donne che si sono sottoposte ad una mammografia negli ultimi 12 mesi, si assesta al 56%, aumentando di 8 punti percentuali rispetto al 2020, ma non tornando ancora ai livelli pre-pandemici del 60%. Questo effetto si vede anche per fascia di età (Figura 1).
Nel 2021, come negli anni precedenti, ogni 100 donne esaminate, circa 6 vengono chiamate a effettuare un supplemento di indagine, solitamente un approfondimento radiologico, un’ecografia, una visita clinica e più raramente un prelievo bioptico. Il numero di carcinomi diagnosticati allo screening è pari a 9845 unità nel 2021 (contro 1.343 lesioni benigne) con un tasso di identificazione di 5,1 casi ogni 1.000 donne sottoposte a screening. Rispetto al 2019, dove si registrano un’adesione e un tasso di richiamo per approfondimenti paragonabili al 2021, si rileva un aumento quasi del 20% del numero di carcinomi diagnosticati; il tasso di identificazione passa dal 4,4‰ al 5.1‰. Anche il numero di carcinomi duttali in situ e di carcinomi invasivi ≤ 10 mm sono circa il 15% più elevati nel 2021 rispetto al 2019, nonostante il numero di mammografie effettuate sia paragonabile nei due anni.
Sarà interessante monitorare il fenomeno nei prossimi anni per valutare l’esistenza o meno di un possibile impatto degli eventuali ritardi dovuti al periodo pandemico.

Tabella 1. Dati nazionali di attività di screening mammografico. Periodo 2018-2021.


*Per “donne esaminate” si intendono quelle donne che a seguito di un invito hanno aderito e per le quali si è recuperato l’iter diagnostico/terapeutico complessivo.
§A partire dal 2020 vengono inseriti gli indicatori relativi allo stadio che si caratterizzano per una migliore  completezza e qualità del dato fornito dalle regioni.

Figura 1. Adesione corretta all'invito per classi di età. Periodo 2018-2021.

La valutazione dei principali indicatori raccolti, e il confronto con gli standard di riferimento italiani e europei, confermano il buon andamento complessivo dell’attività italiana di screening mammografico (Tabella 2). Nel 2021 l’adesione grezza ritorna sopra il livello accettabile del 50%. Il rapporto tra diagnosi istologiche benigne e maligne nelle donne sottoposte a biopsia chirurgica o intervento è pienamente al di sotto della soglia raccomandata e tende a rimanere stabile nel tempo.

Anche altri indicatori che valutano in modo più diretto la sensibilità del programma, come il tasso di identificazione dei tumori e quello dei carcinomi invasivi con diametro inferiore ai 10 mm, si dimostrano stabili nel tempo. La quota di tumori con stadio II+ rientra nello standard raccomandato (Carcinomi stadio II+) sebbene la percentuale di casi con stadio ignoto superi il 10%, valore massimo considerato accettabile per il calcolo dell’indicatore “Proporzione dei Carcinomi in Stadio II+” ai fini dell’adempimento Lea, con differenze rilevanti fra le regioni. È evidente che maggiore è la percentuale di stadi ignoti maggiori potrebbero essere le distorsioni nell’analisi.

Il trattamento chirurgico conservativo dei tumori con diametro inferiore ai 2 centimetri mostra invece una flessione intorno appena sotto il limite di accettabilità (85%).

Tabella 2. Indicatori e standard di riferimento. Periodo 2018-2021.



Il periodo di tempo che intercorre tra la mammografia e il momento in cui è possibile riferire il referto negativo o, per i casi con dubbio diagnostico, il momento in cui si effettua una seduta di approfondimento o l’intervento chirurgico, sono indicatori fondamentali della qualità di un programma di screening. Come mostra la Tabella 3, un gran numero di programmi italiani continua a essere in difficoltà nel garantire nel tempo la buona qualità di questi indicatori e i valori permangono ben al di sotto del livello accettabile. Dal 2020 si registra comunque un netto miglioramento della percentuale di donne a cui è stato inviato l’esito negativo entro 21 giorni dall’esecuzione della mammografia e della percentuale di approfondimenti effettuati entro 28 giorni dall’esecuzione della mammografia. Nel 2020 potevamo ipotizzare che questo fosse dovuto al minor carico di lavoro legato alla pandemia, ma per il 2021 entrambi gli indicatori si confermano ai livelli del 2020, nonostante l’aumento del carico di lavoro. 

Tabella 3. Tempi di attesa. Periodo 2018-2021.

La Tabella 4 presenta i dati per macroaree geografiche: Nord, Centro, Sud e Isole. Il numero di inviti ha superato i livelli pre-pandemici del 2019 nel Nord e Centro, mentre nel Sud sono di poco inferiori. L’adesione grezza all’invito è ritornata ai livelli pre-pandemici al Nord e al Sud, di poco inferiore al Centro. I tassi di richiamo superiori del 7%, quindi al di sopra degli standard di riferimento, sembrano riguardare le Regioni del Centro e del Sud e Isole. Il tasso di identificazione dei carcinomi si attesta intorno al 5‰ al Nord, al 4‰-5‰ al Centro e al 3‰ al Sud. Si nota una tendenza all’aumento in tutte le aree. La proporzione di donne con lesioni piccole sottoposte a trattamento chirurgico conservativo nell’intero periodo di osservazione al Centro-Nord varia in un range compreso tra 82% e 91%, mentre al Sud e Isole dal 58% al 71%, valori questi ultimi decisamente inferiori allo standard considerato accettabile pari all’85%.

Tabella 4. Indicatori per macroaree: Nord, Centro e Sud Italia. Periodo 2018-2021.

Inviti nelle fasce di età 45-49 e 70-74 anni nel 2021

Nel 2021 alcune Regioni o singoli programmi hanno invitato allo screening anche le donne nelle fasce di età 45-49 (a intervallo annuale) e 70-74 (con intervallo biennale) con modalità organizzative diverse.

Per quanto riguarda la classe di età più giovane, nel 2021 sono state effettivamente invitate 434.561 donne pari a circa il 37% della popolazione bersaglio. La maggior parte delle donne invitate in questa fascia di età proviene da 7 regioni: l’Emilia-Romagna invita il 92% le donne residenti nella fascia di età, il Friuli Venezia Giulia il 56%, la Toscana il 44%, la Campania il 34%, la Basilicata il 28%, il Piemonte il 23% e  la Lombardia il 20%. Anche alcune aree della Liguria, delle Marche e della Val d’Aosta invitano le 45-49enni (copertura <=10%). Il 58% delle donne accetta l’invito (252.807 donne). Piemonte, Emilia-Romagna, Basilicata, Lombardia e Toscana registrano un’adesione dal nel range compreso dal 55% al 70%, mentre in Friuli Venezia Giulia e Campania l’adesione grezza è rispettivamente del 42% e del 28%. 

Per quanto riguarda le ultrasettantenni è necessario premettere che vi sono modalità di invito differenti tra una regione e l’altra. A ogni modo,nel 2021 sono state invitate 315.261 donne, pari a circa il 31% della popolazione target;213.000 circa hanno risposto all’invito, con una partecipazione del 68%. Delle donne invitate in questa fascia di età, la Regione Emilia-Romagna nel 2020 ha invitato il 54%, il Veneto il 46%, Umbria, Lombardia, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, e Toscana hanno invitato rispettivamente il 43%, 35%, 34%, 30% e 25% delle donne residenti. Il Piemonte ha invitato circa il 9% delle donne di questa fascia d’età. La rispondenza è elevata in tutte le regioni, in un range compreso tra il 64% e l’87%.