Dati di attività dal 2019 al 2023
Nel 2023, 275.675 donne in più hanno ricevuto un invito a fare la mammografia e 247.142 donne in più hanno aderito rispetto al 2022, registrando un aumento dell’adesione grezza del 3% (dal 49,9% nel 2022 al 52,7% nel 2023), ritornando a livelli simili a quelli del 2021 (Tabella 1).
L’adesione corretta, ottenuta escludendo dal denominatore gli inviti inesitati e le donne che si sono sottoposte a una mammografia negli ultimi 12 mesi, si assesta al 55,4%, in aumento rispetto al 2022. Dopo il miglioramento della performance nel 2021 legato al recupero di copertura successivo al lockdown, il 2022 registra un fenomeno di rimbalzo in negativo nella partecipazione, evidente anche per fascia di età, mentre il 2023 riporta la partecipazione a livelli analoghi anche se leggermente inferiori rispetto al 2021 (Figura 1).
Nel 2023, come negli anni precedenti, ogni 100 donne esaminate, 6,2 vengono chiamate a effettuare un supplemento di indagine, solitamente un approfondimento radiologico, un’ecografia, una visita clinica e più raramente un prelievo bioptico. Il numero di carcinomi diagnosticati allo screening è pari a 10.305 unità nel 2023 (contro 1.013 lesioni benigne), con un tasso di identificazione di 5,0 casi ogni 1.000 donne sottoposte a screening. Rispetto al 2019, anno pre-pandemico, dove si registrano un’adesione grezza lievemente più elevata rispetto al 2023 e un tasso di richiamo per approfondimenti paragonabile, si rileva un aumento del numero di carcinomi diagnosticati che porta il tasso di identificazione dal 4,4‰ nel 2019 al 5,0‰ nel 2023. Il numero di carcinomi duttali in situ e di carcinomi invasivi ≤ 10 mm sono più elevati nel 2023 rispetto al 2019, sempre perché oltre 200.000 mammografie in più sono state effettuate nel 2023 rispetto al 2019. Questo aumento dei tumori identificati rispetto al 2019 era già presente nel periodo 2020-2022.
Tabella 1. Dati nazionali di attività di screening mammografico, fascia 50-69. Periodo 2019-2023.
*Per “donne esaminate” si intendono quelle donne che a seguito di un invito hanno aderito e per le quali si è recuperato l’iter diagnostico/terapeutico.
§A partire dal 2020 vengono inseriti gli indicatori relativi allo stadio che si caratterizzano per una migliore completezza e qualità del dato fornito dalle Regioni.
Figura 1. Adesione corretta all'invito per classi di età. Periodo 2019-2023.
La valutazione dei principali indicatori raccolti e il confronto con gli standard di riferimento italiani ed europei confermano complessivamente il buon andamento dell’attività. Nel 2023 l’adesione grezza ritorna superiore al livello accettabile del 50%. Il rapporto tra diagnosi istologiche benigne e maligne nelle donne sottoposte a biopsia chirurgica o intervento è pienamente sotto la soglia raccomandata (Primo esame: ≤ 1:1 Esami succ.: ≤ 0.5:1) e tende a rimanere stabile nel tempo. Anche altri indicatori che valutano la sensibilità del programma, come il tasso di identificazione dei tumori e quello dei carcinomi invasivi con diametro inferiore ai 10 mm, si dimostrano stabili nel tempo. Si conferma anche nel 2023, come già registrato nel 2022, che il trattamento chirurgico conservativo dei tumori con diametro inferiore ai 2 centimetri è al di sopra del limite di accettabilità (85%).
La quota di tumori con stadio II+ (Tabella 1) rientra nello standard raccomandato ed è in lieve diminuzione (22.9% nel 2021; 22.1% nel 2022; 20.9% nel 2023), sebbene la percentuale di casi con stadio ignoto superi il 10%, valore massimo considerato accettabile per il calcolo dell’indicatore “Proporzione dei Carcinomi in Stadio II+”, ai fini dell’adempimento Lea, con differenze rilevanti fra le regioni.
Il periodo di tempo che intercorre tra la mammografia e il momento in cui è possibile riferire il referto negativo o, per i casi con dubbio diagnostico, il momento in cui si effettua una seduta di approfondimento o l’intervento chirurgico, sono indicatori fondamentali della qualità di un programma di screening. Come mostra la tabella 2, un gran numero di programmi italiani continua ad essere in difficoltà nel garantire nel tempo la buona qualità di questi indicatori e i valori permangono ben al di sotto del livello accettabile. Rispetto al 2022 si registra una lieve flessione della percentuale di donne a cui è stato inviato l’esito negativo entro 21 giorni dall’esecuzione della mammografia (70% vs 74% dello scorso anno) e della percentuale di approfondimenti effettuati entro 28 giorni dall’esecuzione della mammografia (61% vs 63,8%).
Tabella 2. Tempi di attesa. Periodo 2019-2023.
La Tabella 3 presenta i dati per macroaree geografiche: Nord, Centro, Sud e Isole. Il numero di inviti ha superato di gran lunga i livelli pre-pandemici anche nel Sud, con oltre 217.000 inviti in più rispetto al 2019 e 121.000 in più rispetto al 2022. L’adesione grezza al Sud nel 2023è ritornata ai livelli pre-pandemici. Nel Nord si assiste a circa 101.000 inviti in più nel 2023 rispetto al 2022, con un’adesione grezza stabile intorno al 61%. Nel Centro gli inviti nel 2023 hanno superato quelli del 2019 con un’adesione grezza intorno al 51%. I tassi di richiamo superiori del 7%, quindi al di sopra degli standard di riferimento, riguardano le regioni del Centro e del Sud-Isole. Il tasso di identificazione dei carcinomi si attesta intorno al 5‰ al Nord e al Centro e al 3.5‰ al Sud. La proporzione di donne con lesioni piccole sottoposte a trattamento chirurgico conservativo al Centro e al Nord è stabile nel tempo e superiore allo standard considerato accettabile (85%), mentre al Sud e Isole si è visto un miglioramento notevole negli ultimi anni e nel 2023 arriva ben all’84%, valore prossimo allo standard accettabile.
Tabella 3. Tempi di attesa. Periodo 2019-2022.
L’andamento nella popolazione migrante
Nel 2023 è stata condotta una indagine sulla partecipazione delle donne migranti 50-69enni allo screening della mammella. Rispetto all’anno scorso hanno risposto molti più programmi di screening: tutti i programmi delle regioni del Nord e Centro, al Sud-Isole tutti i programmi di Abruzzo, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, il programma di Reggio Calabria (unico programma della regione ad aver inviato i dati), tutti i programmi della Campania eccetto Avellino e Salerno. La Basilicata non ha risposto. I risultati riportati nella Figura 2 riguardano appunto solo i rispondenti.
Complessivamente in Italia le donne migranti rappresentano il 9% delle donne invitate. Mentre il 57% delle donne nate in Paesi a sviluppo avanzato, incluso l’Italia, partecipa allo screening della mammella, solo il 45% delle donne provenienti da Paesi ad alta pressione migratoria (Pfpm) aderisce, ovvero il 28% in meno. Questo andamento si ripresenta simile nel Nord dell’Italia, mentre nel Centro e Sud-Isole il 50% in meno delle donne da Pfpm partecipa allo screening rispetto alle donne provenienti da Paesi a sviluppo avanzato (Psa). Inoltre, la proporzione di donne Pfpm al Sud è circa la metà di quella del Nord e del Centro.
Figura 2. Adesione corretta (%) dello screening mammografico per area e per Paese di nascita. Proporzione di donne invitate provenienti da Pfpm sul totale delle donne invitate per programma. - Anno 2023.
L’andamento nelle fasce di età 45-49 e 70-74 anni nel 2023
Nel 2022 alcune regioni o singoli programmi hanno invitato allo screening anche le donne nelle fasce di età 45-49 (solitamente a intervallo annuale) e 70-74 (con intervallo biennale) con modalità organizzative diverse.
Per quanto riguarda la classe di età più giovane, nel 2022 sono state invitate 590.905 donne pari a circa il 26% della popolazione bersaglio. La maggior parte delle donne invitate in questa fascia di età proviene da 6 regioni: l’Emilia-Romagna invita il 98% delle donne residenti nella fascia di età, la Toscana il 65%, il Friuli Venezia Giulia il 60%, la Basilicata e la Lombardia il 45%, il Piemonte il 28%. Anche alcune aree della Campania, Liguria, Marche e Valle d’Aosta invitano le 45-49enni con un’estensione inferiore pari al 23% della popolazione bersaglio regionale. Il 62% delle donne accetta l’invito (336.919 donne). Piemonte, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Toscana e Lombardia registrano un’adesione nel range compreso dal 59% al 73%, mentre in Basilicata e in alcune aree della Liguria si attesta intorno al 48%-49%; in alcune aree della Campania e Marche il valore si posiziona intorno al 22%-29%.
Per quanto riguarda le ultrasettantenni è necessario premettere che vi sono modalità di invito differenti tra una regione e l’altra. Ad ogni modo, nel 2022 sono state invitate circa 360.000 donne, pari al 41% della popolazione target; 229.600 hanno risposto all’invito, con una partecipazione del 69%. Relativamente alle donne invitate in questa fascia di età, la Provincia Autonoma di Trento, la Lombardia, l’Emilia-Romagna e l’Umbria hanno invitato oltre l’87% delle donne ultrasettantenni; il Veneto e la Toscana ne hanno invitato circa l’80%, mentre la Basilicata e il Friuli Venezia Giulia si sono attestati intorno al 50%. Il Piemonte ha invitato circa il 39% delle donne di questa fascia d’età. La rispondenza è elevata in tutte le regioni, in un range compreso tra il 56% in Basilicata e l’80% in Toscana.